Le opere di Bruno Rocchi credo che offrano non soltanto la possibilità di constatare in questo giovane pittore di Cesena il delinearsi di una autonoma fisionomia poetica e plastica, ma anche di mettere in evidenza una sua capacità di innovazione tecnica che certo ha interesse. E' ben vero che la tecnica in sé ha un valore molto relativo, esteticamente parlando, rispetto all'opera d'arte - tanto che un cattivo dipinto sia pure eseguito con la più nuova e rivoluzionaria tecnica, resta un cattivo dipinto -; ma d'altra parte se al fatto autenticamente artistico si allea una novità nella maniera anche pratica, materiale, di realizzarlo, allora è chiaro che siamo su un piano diverso, e che conta.

Le opere di Rocchi sono state eseguite appunto con una tecnica molto complessa e ingegnosa che l'artista ha escogitato non per capriccio tecnologico - un capriccio in questa epoca molto frequente e che ha ingenerato numerosi equivoci estetici - ma per una esigenza interiore, spirituale ed espressiva, che perciò rende valida la ricerca. Spiegare diffusamente in che cosa consista, sarebbe lungo e anche arduo per me. Mi contenterò di dire che la paziente e meditata applicazione di Rocchi nel ricercare dei procedimenti attraverso i quali egli potesse esprimere con la compiutezza che desiderava ciò che vagheggiava nella mente, per dare alcuni particolari caratteri alle proprie immagini, per render sempre meglio aderente il suo linguaggio formale ai suoi contenuti, mi pare feconda di risultati.

Rocchi è artista ricco di fantasia, con una certa inclinazione al simbolismo e insieme è teso a captare, oltre i confini della realtà quei rapporti segreti tra mondo esterno e mondo interiore che solo l'immaginazione e la sensibilità possono penetrare per via intuitiva e non razionale: quella via che ormai noi chiamiamo surrealistica in una accezione piuttosto generalizzante.

Ora il mondo di Rocchi, appunto per essere fantastico, talvolta direi addirittura fantomatico, esigeva d'essere trascritto con trasparenze e lievità insolite, con un fluire e ritmarsi di forme e di simboli, uno slargarsi di spazi e di luci, per realizzare i quali l'artista trovava inadeguati i mezzi consueti. Da quelli che si è inventati ha invece ottenuto quanto voleva. Per esempio egli adesso nelle sue "sovrapposizioni" di forme, che un poco ricordano certe "simultaneità" futuristiche, riesce in trasparenza a sfocature inattese che danno tono di apparizione ad alcuni motivi della figurazione, mentre il suo linguaggio si fa tramite preciso del riflettersi della fantasia e del sentimento nella creazione plastica. Ma non solo: sempre dai procedimenti elaborati, Rocchi prende larga articolazione nel secondare l'espressione individuale. Così sui fogli nasce un'essenzializzata visione che nella armonia sottile del colore, nella limpidezza con la quale ogni elemento compositivo, ritmico, spaziale, luminoso si mette in rapporto con gli altri, ha un chiaro suggestivo potere di rivelazione poetica. Non manca a queste opere una qualità esornativa, che è nelle intenzioni medesime dell'artista, il quale pur nella sua moderna sensibilità riflette nel proprio gusto la lezione classica della bellezza alta e pur tanto nobilmente decorativa che permea molta antica pittura della sua terra.

Mario Lepore (da "Le Arti" - Milano)